La traduzione letterale di work-life balance è equilibrio tra lavoro e vita privata.

 

La pandemia ha riportato in auge questo concetto, velocizzando processi già in atto e introducendo strumenti fino ad allora poco considerati – lo Smartworking, per esempio. In pochissimo tempo buona parte dei lavoratori in molti paesi, tra cui il nostro, hanno toccato con mano i benefici del lavoro da remoto e, in molti casi, anche i lati negativi – come la solitudine e l’invadenza da parte di datori di lavoro, tra riunioni in orari impensabili al grido di “tanto devi solo connetterti un attimo”.

Questa esperienza ha portato aziende e dipendenti ad interrogarsi sul futuro dell’organizzazione del lavoro: da una parte, i lavoratori hanno iniziato ad appassionarsi al concetto di Smartworking, acquisendo sempre più indipendenza e flessibilità nell’esecuzione delle proprie mansioni. Dall’altra, manager e responsabili hanno dovuto rivedere il proprio stile di leadership, imparando a fidarsi e delegare, abbandonando (cosa piuttosto difficile nel contesto nostrano) quell’idea di “controllo” a tutti i costi.

Uno dei principali benefici dello Smartworking è stato proprio quello di implementare, per molti, il bilanciamento tra vita privata e professionale, migliorando la quantità e la qualità del proprio lavoro. Vediamo in che modo.

Prima di tutto, con “quantità del lavoro” ci riferiamo banalmente a orari e tempi di percorrenza del tragitto casa-lavoro: la propria giornata appare snellita, permettendoci di concentrarci solo sulle proprie attività, riducendo lo stress e guadagnando tempo per noi stessi.

Non dover uscire ore prima da casa per arrivare in orario, non perdere tempo nel traffico, consente di ridurre non solo stress, ma anche il rischio di incidenti, spese in benzina e mezzi pubblici, migliorando la qualità del sonno e guadagnando momenti di vita da spendere come più si desidera. Ciò è stato permesso dalla normativa di riferimento, che permette di definire orari di reperibilità, pause e diritto alla disconnessione. Quindi una migliore gestione della quantità del lavoro impatta sulla qualità del lavoro stesso, in termini di performance e benessere psicolavorativo.

Il lavoro è diventato “liquido”, volendo prendere in prestito la famosa espressione del filosofo Zygmunt Bauman, sia nelle modalità con cui viene svolto, sia per i luoghi, sia per i contenuti dello stesso. In un mondo “liquido” non resta che adattarsi e imparare a cogliere i vantaggi di ogni trasformazione, come in questo caso.

Vediamo le principali soluzioni adottate dalle aziende per adattarsi a questi cambiamenti:

  • Riduzione degli orari di lavoro, con accorciamento della settimana lavorativa. Si punta al risultato, più che sulla quantità. In nord Europa gli esperimenti hanno mostrato un aumento di oltre il 30% della produttività legato ad una maggior motivazione dei lavoratori, con conseguente aumento della retention.

  • Il lavoro ibrido è moto richiesto e apprezzato dai lavoratori e moltissime aziende lo hanno reso parte della propria quotidianità: come abbiamo visto, tuttavia, in Italia siamo ancora ancorati a stili di leadership datati, basati su logiche di controllo e mancanza di fiducia nei propri dipendenti (“non volete venire in ufficio perché a casa fate quello che volete”). I pregiudizi, anche da parte dei lavoratori stessi, sono tanti e non è bastata la pandemia a scalfirli.

  • Molte aziende hanno iniziato a rivedere l’organizzazione dei propri spazi interni, prevedendo nuove aree dedicate al relax. Investire solo sullo Smartworking non funziona per tutte le realtà e non è un modello compatibile con mansioni che richiedono il lavoro in sede, dunque è indispensabile rivedere anche il proprio luogo di lavoro, accogliendo il dipendente e permettendogli di “disconnettersi” durante le pause, facilitando la socialità.

  • Infine, molti imprenditori illuminati stanno investendo sempre più in coaching, consulenti e psicologi del lavoro, al fine di migliorare e migliorarsi. Apprendere nuovi modelli di leadership, come già detto, formarsi e informarsi su nuovi modelli di lavoro è un modo per crescere come individui e come professionisti, e per far crescere la propria azienda.

Investire su un migliore work-life-balance per i propri dipendenti significa costruire uno spazio sicuro e accogliente per il proprio capitale umano, affinché possa dare il meglio di sé, contribuendo a far crescere un’azienda di cui si sente realmente parte.