La medicina difensiva (MD) è una pratica molto diffusa in Italia, grazie alla quale i medici possono tutelarsi da eventuali azioni legali per presunta o reale negligenza nei confronti di un paziente: si tratta della prescrizione di più esami medici del necessario, spesso inutili (la cosiddetta MD positiva) o nel rifiutarsi di prescrivere una terapia considerata rischiosa (MD negativa). Parliamo di una condotta, come già detto, adottata da molti medici italiani, con importanti ripercussioni sul sistema sanitario: pensate allo spreco dovuto alla prescrizione di infiniti esami che si rivelano non necessari, o alle numerose visite mediche a cui sono costretti i pazienti alla ricerca di un medico che li prenda in carico.

 

I medici sono spesso oggetto della frustrazione delle famiglie dei pazienti, a prescindere dall’episodio scatenante – basti pensare all’aumento del rischio di aggressioni fisiche e verbali per gli operatori del Pronto Soccorso. La paura spinge i professionisti del settore sanitario ad adottare pratiche spesso poco etiche, con conseguenze per il paziente e la comunità.

 

La paura di un pericolo si rivela spesso più dannosa del pericolo stesso. In molti ambiti della nostra vita adottiamo comportamenti che dovrebbero proteggerci, finendo per procurare più danni di quelli che cerchiamo di evitare.

 

Ciò accade anche e soprattutto sul lavoro: nelle aziende sono in tanti a mettere in pratica condotte “difensive” che però finiscono per ostacolare il proprio lavoro e quello di tutto il team, generando perdite di tempo e soldi.

 

Alcuni esempi sono all’ordine del giorno:

  • mettere in copia un responsabile in tutte le mail, anche se non necessario;
  • chiedere di mettere per iscritto qualunque cosa, prima di agire, allungando i tempi;
  • pretendere di strutturare inutilmente processi altrimenti snelli e fluidi;
  • evitare di prendere qualunque iniziativa per timore delle conseguenze;
  • omettere, nascondere, fino a mentire solo per proteggere il proprio lavoro, andando a inquinare la trasmissione delle informazioni all’interno dell’organizzazione.

 

Almeno uno di questi esempi vi sarà familiare, e se in un primo momento vi sarà sembrata una scelta previdente, l’adozione rigida e sistematica di certe condotte ha sempre un costo a lungo termine: i tempi si protraggono, i processi diventano lunghi e inutilmente complessi, le procedure si irrigidiscono, le informazioni che arrivano al management sono troppe o troppo poche, lacunose o addirittura false. Come si può prendere una decisione ponderata in queste condizioni?

 

I motivi per cui i dipendenti iniziano a mettersi sulla difensiva possono essere tanti:

  • i responsabili e il management sono volubili e tendono a cambiare continuamente idea, mettendo in difficoltà il team con indicazioni sempre nuove e contraddittorie
  • si tende a punire invece di premiare, cercando il capro espiatorio di turno
  • i ruoli in azienda non sono definiti e le mansioni sono vaghe: se ognuno fa un po’ di tutto, ricoprendo ruoli diversi contemporaneamente, si aumenta la probabilità che quella risorsa possa sbagliare o possa non portare a termine un obiettivo in tempo. In un clima così caotico, risulta facile “nascondersi” ed evitare di assumersi le proprie responsabilità
  • gli obiettivi e le responsabilità sono poco chiari, e per correre ai ripari i dipendenti ricorrono a strategie difensive per svolgere il proprio lavoro nella maniera più serena possibile, nonostante il contesto.

 

È evidente che un ambiente caotico, in cui le informazioni circolano male o troppo lentamente, in cui i ruoli sono vaghi o/e sovrapposti, le persone tentano di sopravvivere come possono.

 

Se la Proprietà, inoltre, tende ad assumere uno stile di leadership autoritario e punitivo, non favorirà mai un clima positivo e disteso in cui poter lavorare, sperimentare, proporre nuove idee e trovare nuove soluzioni. Alimentare una competizione tossica non genererà altro che una lotta per la sopravvivenza, l’esatto contrario di come dovrebbe svolgersi un lavoro in team.

 

Ecco alcuni consigli:

  • incoraggia proposte e critiche costruttive da parte dei tuoi dipendenti, magari istituendo dei team meeting periodici in cui possano sentirsi ascoltati e coinvolti;
  • punta sui premi in caso di un lavoro ben fatto, non sulle punizioni – la paura non permette di lavorare serenamente;
  • quando necessario, ammetti le tue responsabilità davanti ai tuoi dipendenti: non ti renderà debole, al contrario spingerà il tuo team ad empatizzare con la Proprietà;
  • implementa sistemi IT che favoriscano una trasmissione delle informazioni più fluida e sicura: con un progetto di System Integration puoi mettere in comunicazione ogni reparto, macchina e device, evitando perdite di dati e di tempo;
  • crea un mansionario ed un organigramma che rappresenti lo stato dell’arte della tua azienda in maniera realistica: individua sovrapposizione di ruoli, definisci le mansioni di ciascuno, indica in maniera chiara i responsabili di ogni procedura.

 

Se non sai da dove iniziare per intervenire, chiedi ad un consulente organizzativo che possa aiutarti a individuare falle e criticità anche attraverso un’analisi del capitale umano.