Al fine di affrontare i rischi delle alte temperature, i datori di lavoro possono ricorrere a diverse misure per tutelare i propri lavoratori, ad esempio servirsi del lavoro agile (nel caso di compatibilità), degli ammortizzatori sociali per eventi meteo, e adeguare il proprio modello organizzativo se necessario.
Il Governo in questi giorni ha varato contromisure ad hoc per l’emergenza caldo: ci riferiamo al decreto legge n. 98, o ‘decreto caldo’, testo che include misure urgenti in campo di tutela dei lavoratori in ipotesi di emergenza climatica, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale e con entrata in vigore immediata.
Prima di tutto, la temperatura critica presa in considerazione deve essere superiore ai 35° centigradi. Nella domanda di CIGO l’azienda potrà indicare le giornate di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, senza dover allegare bollettini meteo. In realtà, a prescindere dall’emergenza caldo, la CIGO è riconosciuta in tutti i casi in cui l’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Il decreto non si limita ai luoghi di lavoro outdoor: per quanto riguarda gli ambienti indoor sono previste specifiche contromisure, tra cui:
- adattamento dei processi e dei flussi organizzativi
- utilizzo di barriere riflettenti o termoassorbenti
- isolamento di macchinari o impianti che generano calore
- fornitura di veicoli con cabine climatizzate
- monitoraggio costante della temperatura
- ombra per ridurre la luce solare diretta
- utilizzo di superfici non riflettenti per evitare la riflessione UV
Laddove non fosse possibile attuare le misure elencate, il datore di lavoro potrà ricorrere al lavoro agil, secondo le vigenti disposizioni normative.
Perché queste misure sono così importanti? Vediamo insieme quali sono gli effetti del calore eccessivo sul corpo umano e sulla prestazione lavorativa:
- Ne risente il sistema cardiovascolare, rappresentando un pericolo concreto per tutti quei soggetti fragili, magari inconsapevoli di soffrire di un problema cardiaco
- Ne risente anche e soprattutto il sistema nervoso centrale, causando dei cambiamenti tali da generare un senso di stanchezza cronico, rallentamento cognitivo, aumentando la possibilità di errore
- Da un punto di vista psicologico, si registrano un aumento degli stati d’ansia (dovuti all’aumento della ventilazione), ridotta soglia di tolleranza alla fatica, ridotta vigilanza e capacità di attenzione, calo dell’umore e della motivazione
- Rischio di colpo di calore, svenimenti, malori
- I lavoratori outdoor, inoltre, sono molto più esposti ai raggi UV con conseguenti danni alla pelle.