Il settore delle risorse umane non è certo immune alle trasformazioni digitali che stanno investendo il mondo del lavoro. Numerosi esperti e istituti di ricerca hanno individuato nuovi trend che interesseranno questo settore, non solo per l’anno 2023, ma forse per gli anni a seguire.

 

  • I vantaggi dell’automazione e delle Intelligenze Artificiali: le AI stanno prendendo sempre più piede all’interno delle aziende e anche nelle risorse umane, e non certo per soppiantare il contributo del lavoratore. Lo scopo è proprio quello di svolgere task ripetitive che si prestano ad essere automatizzare e svolte da un bot, permettendo al lavoratore di concentrarsi su compiti che richiedono maggiore impegno e creatività. L’uso delle nuove tecnologie non ridurrà il contatto umano, anzi lo faciliterà. Basti pensare alla possibilità di effettuare colloqui da remoto, pianificare le interviste e comunicare più velocemente con i candidati. Inoltre, la mole di dati che devono essere raccolti, analizzati e archiviati dalle HR è importante, soprattutto nelle grandi aziende, ma anche nelle piccole e medie imprese che non dispongono di un ufficio risorse umane. L’automazione offerta dalle AI permette di orientarsi e di utilizzare questi dati in maniera ottimale, ad esempio in un percorso di recruitment interno.

 

  • Il punto precedente ci ricorda un fenomeno in crescita: maggiore mobilità interna. Perché cercare all’esterno di un’azienda dei talenti che già abbiamo provveduto a formare? Tenere sempre sott’occhio il know-how e i dati relativi ai proprio dipendenti ci permette di capire dove possono arrivare, individuando quelle persone in grado di far crescere la nostra azienda, magari spostandole in altra area dove possano sviluppare appieno il proprio potenziale. Questo non solo ci farà crescere, ma permetterà di tagliare costi e tempi, e implementerà il senso di soddisfazione e di motivazione dei propri dipendenti.

 

  • Puntare su un Wellness Programm: se le grandi aziende già puntano molto su programmi di benessere, con giornate dedicate alla prevenzione, promuovendo attività fisica e sport in termini di bonus aziendale (ad esempio attraverso buoni da spendere in attrezzatura sportiva) e alimentazione sana nelle proprie mense, lo stesso vale anche per le piccole e medie aziende. La gestione dello stress, per esempio: avete idea dell’impatto negativo che apporta su clima aziendale e produttività? Infine, non dimentichiamo il work-life balance: il tempo libero è sacro, permette di ricaricare le energie e rielaborare informazioni in maniera più efficace. Spremere i dipendenti come limoni vi offrirà solo dei lavoratori stanchi, frustrati e spesso rancorosi. Che guadagno può offrire alla vostra azienda? Nessuno, soprattutto in termini di Employer Brand: trasmetteremo un’immagine negativa dell’organizzazione sia ai nostri dipendenti, sia all’esterno, facendo fuggire clienti, partner e soprattutto talenti disposti a lavorare per noi. Ricordate che lavoriamo con delle persone, e non semplici risorse: se aumenta il benessere organizzativo, e di conseguenza la produttività, e persino la Employee Retention – ovvero la capacità di trattenere i dipendenti all’interno di una azienda.

 

  • Smart Working: ne abbiamo già parlato qui in maniera approfondita. Una delle grandi sfide per le risorse umane è proprio l’implementazione di un programma di lavoro agile nella propria organizzazione. Ma attenzione! Non si tratta di un compito esclusivo delle HR: si tratta di un cambiamento organizzativo importante, prima di tutto culturale, che interessa tutte le aree della vostra azienda. Delegare un simile compito alle risorse umane vuol dire fallire in partenza; è necessario l’interesse di Ceo, soci, manager, responsabili e dipendenti affinché si attui un nuovo modello di lavoro. La formazione sarà fondamentale per tutti, in primis per le HR, per sapere dove e come intervenire in maniera efficace, prima di tutto per comprendere se sia possibile attuare il lavoro agile, e come. Rivolgetevi a dei consulenti esperti se lo ritenete necessario.

 

  • Infine, ma non meno importante: ci vogliono figure altamente specializzate che si occupino di HR. Questo è un punto dolente: il nome della persona che ci ha fatto un brutto colloquio si fatica a ricordare, ma il nome dell’azienda difficilmente si dimentica. Tutto questo contribuisce a definire anche la vostra Brand Reputation; chi lavora per voi vi rappresenta, sempre, e stesso dicasi per le Risorse Umane. Un candidato maltrattato, ignorato, che è stato costretto a fare un viaggio a vuoto perché nemmeno si è letto il suo curriculum (gli esempi si sprecano) non sparisce nell’etere, ma parlerà di voi e di come la vostra azienda l’ha trattato. E i talenti che vorreste attrarre fuggiranno a gambe levate. Un recruitment fallimentare vi porterà ulteriori perdite. Come si suol dire “se credi che un professionista ti costi troppo è perché non hai idea di quanto ti costerà un incompetente”: se siete in dubbio, consultate un consulente specializzato!