In rete troviamo tantissimi consigli su come scegliere il consulente più adatto a voi. Soprattutto all’inizio, ci si basa su recensioni, consigli da parte di altri imprenditori, budget disponibile e soprattutto sul proprio istinto; ma quali sono quegli “indizi” che ci rivelano se quel professionista faccia davvero per noi? Vediamo insieme cosa NON dovrebbe mai verificarsi quando abbiamo a che fare con un consulente:

 

 

  1. Non dovrebbe mai e poi mai assecondarvi. È nella natura umana aver bisogno di rassicurazioni, e sentirsi dire ciò che vogliamo in quel momento. Invece, un buon consulente dovrebbe – con tatto e professionalità – aiutarvi a mettervi in discussione, mettendo in luce criticità e verità scomode.

 

  1. Non deve fare il lavoro al tuo posto: come diceva Edgar Schein, esperto in consulenza di processo, “il bravo consulente fa in modo che tu non abbia più bisogno di lui in futuro”. Il suo compito non è deresponsabilizzarvi, non è un medico che può curare la vostra azienda o un mago: un “bravo consulente” vi fornisce gli strumenti per risolvere da soli il problema.

 

 

  1. Non deve lesinare sul suo Know-how: lo state pagando appositamente. Alcuni preferiscono sciorinare tutto il loro sapere proprio per impressionarvi, con paroloni e tecnicismi, altri invece lavorano con strumenti e metodologie oscure; non stiamo preparando una ricetta segreta, stiamo ottimizzando dei processi. Attenzione al consulente troppo geloso del proprio sapere. Pretendente risposte, consigli. Pretendente trasparenza.

 

  1. Non deve vendervi “fuffa”.Come accennato nel punto precedente, alcuni consulenti vi tempesteranno di tecnicismi e nozioni inutili. Diffidate da questi “fuffologi” tutta apparenza e poca sostanza: il tempo vi dirà se ci saranno dei risultati e se l’intervento è stato davvero determinante.

 

 

  1. Non deve imporre il suo cronogramma. La tabella di marcia e gli interventi vanno negoziati, come vedremo.

 

  1. Non deve imporre gli interventi. Le soluzioni proposte devono essere fattibili, anche perché potrebbero richiedere un certo effort da parte vostra; la lista di priorità la si decide insieme, così come i tempi di attuazione.

 

 

  1. Non deve andare fuori budget; gli interventi che propone devono rientrare nelle spese previste, e devono portare ad un risultato, nel breve e lungo termine, che sia misurabile e condiviso.

 

  1. Non deve “allungare il brodo”,con interventi inutili e strategicamente lunghi. Insomma, non deve parassitare sul cliente.

 

 

  1. Non deve improvvisare, ma conoscere la vostra azienda: pretendete che venga da voi, fissate degli incontri settimanali e mensili. I sopralluoghi dovrebbero essere la norma, soprattutto all’inizio.

 

  1. Non deve prendersi gioco del cliente. Banale? Non lo è mai: un vero consulente deve essere intellettualmente onesto, su tutto, sempre.